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30/09/2010Comune di Fossano
 
Fossano, 30 ottobre 2010
 
SAKINEH: UNA VITA IN BILICO
 
 
Dal sito della sezione italiana di Amnesty International riportiamo l’aggiornamento sulla situazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani:

La sorte di Sakineh Mohammadi Ashtiani rimane nelle mani di un sistema giudiziario arbitrario e difettoso, che ha commesso diversi errori fin dall'apertura del caso. La disperata situazione di Sakineh ha dato vita a una mobilitazione delle persone in tutto il mondo, mentre le autorità hanno reso una serie di dichiarazioni con il chiaro intento di creare confusione intorno alla situazione giuridica di Sakineh Mohammadi Ashtiani.
Il nostro appello ha finora raccolto 63.027 firme che sono state inviate alle autorità iraniane.

Il 19 settembre, in un'intervista per un canale televisivo americano, il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha negato che Sakineh fosse stata condannata alla lapidazione, nonostante l'esistenza di prove documentate del contrario.  La dichiarazione del presidente Ahmadinejad seguiva di 11 giorni la notizia diffusa dalla tv di stato  Press Tv secondo la quale un portavoce del ministero degli Esteri aveva affermato che l'esecuzione per adulterio di Sakineh Mohammadi Ashtiani era stata fermata.

Il 27 settembre, il procuratore di stato Gholam-Hossein Mohseni-Ejei ha dichiarato che se Sakineh fosse condannata a morte per omicidio, questa condanna avrebbe "la precedenza" sulla condanna per adulterio. Tuttavia, in base al diritto iraniano, l'attuazione della condanna a morte per omicidio è a discrezione dei parenti della vittima e, secondo i documenti del tribunale, i parenti avrebbero già rinunciato al loro diritto di chiedere la punizione.

L’iniziativa di adesione all’appello per la vita di Sakineh promosso dal Comune di Fossano ha raccolto 354 firme che, tramite Amnesty International, sono state inoltrate alle autorità iraniane. I firmatari di questa petizione (donne e uomini di ogni fascia di età), hanno dimostrato sensibilità e solidarietà verso tutte le donne che soffrono gravi persecuzioni per motivi religiosi o politici, delle quali il caso Sakineh è diventato un triste emblema. Il numero riportato non comprende, ovviamente, la totalità dei fossanesi che hanno aderito all’appello: molti hanno preferito dare la propria adesione direttamente sui siti internet di Amnesty o delle altre organizzazioni umanitarie mobilitate.
 

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