Finalmente è stato formalizzato, nell'aula magna dell'istituto alle porte di Torino, il riconoscimento della struttura di Candiolo come facente parte della rete regionale dell'oncologia che comprende gli ospedali Molinette di Torino, San Luigi di Orbassano, Santa Croce e Carle di Cuneo, Sant'Antonio e Biagio di Alessandria e Maggiore di Novara e che si occuperà in particolare dei tumori in campo onco-ematologico.
Ad ognuna di esse è stata assegnata una “missione” precisa: tumore del fegato, del pancreas e del colon-retto, cancro al seno, tumore ovarico e dermo-chirurgia.
Allegra Agnelli, ricorda che “il riconoscimento di Candiolo quale istituto di ricovero e cura a carattere scientifico è il frutto di anni di duro lavoro spesso costellato da ostacoli sia interni sia esterni all'istituto”. Ostacoli “talvolta palesi e a volte velati da un conformismo di facciata, altre volte fatto di concrete difficoltà giuridico-formali, ma sempre in grado nel passato di bloccarne l'iter di approvazione”.
Ricordiamo che questa struttura è interamente sorta grazie a finanziamenti e donazioni private e ora dispone di 150 letti per i pazienti da curare.
A Candiolo lavorano 500 persone, fra ricercatori italiani e stranieri, personale medico, sanitario e amministrativo. Più di 80 le pubblicazioni citate nel solo 2012 dalle più prestigiose riviste scientifiche del mondo, mentre è partito quest'anno un nuovo progetto di ricerca finanziato dalla Fondazione con 5 milioni di euro provenienti dal 5 per mille.
L'Istituto è diventato il primo centro trapianti metropolitano in Italia nel campo onco-ematologico. E' prevista inoltre la costruzione di nuovi laboratori destinati ad approfondire lo studio dei meccanismi molecolari della diffusione e della crescita delle metastasi.
Pierluigi Capra (Autore del libro “Torino città di Primati – 333 volte prima in Italia”)