Aziende che chiudono e altre che trasferiscono all’estero la produzione, sempre più flessibilità nel mercato del lavoro in uscita, aumento del numero dei lavoratori precari e degli operai in cassa integrazione, carenze nel rispetto delle regole sulla sicurezza. La cultura del lavoro – e con essa la dignità del lavoro – sta attraversando una crisi profonda. È realistico, nel contesto di una recessione internazionale, mettere al centro del sistema economico le persone e le loro capacità? È possibile, in una realtà di economia globalizzata, stimolare la competitività nel rispetto dei diritti dei lavoratori e delle istanze sociali e di giustizia? È fattibile un approccio più umanista, dove la fabbrica non sia profitto e guadagno per pochi, ma coinvolgimento di una comunità verso uno sviluppo effettivamente sostenibile? È possibile applicare alla moderna produzione industriale quell’attenzione alla qualità del lavoro, alla persona e al territorio perseguita più di cinquant’anni fa da Adriano Olivetti – industriale, uomo di cultura, politico e ideologo – e tanto lontana oggi nella concezione industriale che ha in Sergio Marchionne uno dei simboli più forti?
Queste e altre riflessioni e discussioni sullo stato della cultura del lavoro saranno proposte e dibattute nel convegno La Fabbrica ai tempi di Adriano Olivetti e nella tavola rotonda Per una nuova cultura del lavoro, in programma mercoledì 13 giugno al Teatro Vittoria di Torino (via Gramsci, 4). Parteciperanno il sindaco di Torino Piero Fassino, il saggista Giuseppe Lupo, il caporedattore Tg3 Rai Piemonte Carlo Cerrato, il sociologo Luciano Gallino, l’imprenditore Enrico Loccioni, la presidente della Fondazione Adriano Olivetti Laura Olivetti (figlia di Adriano), gli storici Piero Bevilacqua, Valerio Castronovo e Miguel Gotor, il giornalista Furio Colombo. A coordinare i lavori i giornalisti Paolo Mauri e Bruno Quaranta. Ideati da Caterina Bottari Lattes e da Paolo Mauri, il convegno e la tavola rotonda sono organizzati dalla Fondazione Bottari Lattes in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti e con il patrocinio della Città di Torino.
«Dedicare una giornata ad Adriano Olivetti e alla sua fabbrica – spiegano gli ideatori del convegno Caterina Bottari Lattes e Paolo Mauri – signifi¬ca innanzitutto ribadire che un progetto originale e articolato come il suo è ancora perfettamente attuale, soprattutto se si riflette sul¬la portata di quel progetto, teso a incidere sul territorio, sui servizi, sull’urbanistica, sulla cultura in generale e sulla tutela materiale e psicologica degli individui coinvolti. Il convegno vuole sottolineare il valore umanistico dell’iniziativa e promuovere la difesa di un patrimonio inalienabile, raggiunto a prez¬zo di lotte ormai secolari e oggi da molte parti minacciato: la dignità del lavoro». Il programma della giornata prenderà il via alle ore 9,30 con i saluti di Caterina Bottari Lattes e Paolo Mauri, che apriranno il convegno La Fabbrica ai tempi di Adriano Olivetti, coordinato da Bruno Quaranta. Piero Fassino parlerà di Fabbrica come comunità; Giuseppe Lupo presenterà l’intervento dal titolo Memorie di Adriano. La letteratura olivettiana fra utopia e disincanto; Carlo Cerrato ripercorrerà la figura di Olivetti con filmati dall’archivio Rai con il suo Immagini di Adriano, memoria di una vita in anticipo; Luciano Gallino rifletterà su Attualità della ‘fabbrica’ di Adriano Olivetti; Enrico Loccioni tratterà il tema Dal ‘metalmezzadro’ all’impresa della conoscenza; Laura Olivetti illustrerà La cultura della comunità: fabbrica, territorio e servizi culturali. Nel pomeriggio la tavola rotonda Per una nuova cultura del lavoro, coordinata da Paolo Mauri, si aprirà alle ore 14,30 con la proiezione dell’ultima intervista video rilasciata da Adriano Olivetti al giornalista Rai Emilio Garroni, poco prima della scomparsa nel 1960. A discutere di cultura e dignità del lavoro: Piero Bevilacqua, Valerio Castronovo, Furio Colombo e Miguel Gotor.