Scadrà il prossimo 30 giugno il termine per presentare, da parte delle aziende interessate, la manifestazione d’interesse per la realizzazione di un impianto di recupero di Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) a Casale Monferrato. Dopo l’attento lavoro svolto nei mesi scorsi per la stesura del business plan, è giunto ora il momento di passare alla fase successiva del progetto: individuare l’investitore o gli investitori che scommettano su un impianto Raee nella nostra città, avendo come presupposto la possibilità di coprire un territorio molto ampio, che andrebbe dalla Valle d’Aosta fino al nord della Toscana. Inoltre Casale Monferrato potrà offrire all’azienda che investirà in questo progetto alcune peculiarità molto positive: localizzazione dell’impianto in vicinanza con l’autostrada, la presenza di aziende del freddo che potrebbero avere interessi diretti per creare una filiera di recupero dei rifiuti e la possibilità di accedere ad interessanti finanziamenti regionali.
«In questi mesi già alcuni imprenditori si erano detti interessati al progetto – ha spiegato il sindaco Giorgio Demezzi – ora chiediamo di presentare le proprie proposte affinché, con la società consortile Lamoro, si possa avviare poi il negoziato con i soggetti proponenti per la messa a punto e la definizione dei progetti di investimento, oltre alle eventuali possibilità di finanziamento regionale, previste soprattutto per le attività di ricerca».
Il Progetto: La società consortile Langhe Monferrato Roero di Asti (LAMORO), di cui il Comune di Casale Monferrato è socia, è risultata beneficiaria di un finanziamento per il progetto di cooperazione territoriale europea “Hidden- Innovation Initiatives for SMEs” il cui obiettivo è la promozione di idee e strumenti per l’innovazione nel metodo organizzativo e di marketing in ambito interterritoriale. Il progetto si inserisce all’interno del Programma “MED” (2007-2013) finanziato dall’Unione Europea. Il Programma mira a promuovere la competitività, l’innovazione e lo sviluppo sostenibile dell’area del Mediterraneo, al fine di assicurare la crescita economica e di creare nuove opportunità di impiego all’interno dei Paesi coinvolti: Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, Malta, Cipro, oltre che Slovenia, Gibilterra e, ovviamente, l’Italia.