E’ palpabile il distacco abissale che si sta manifestando tra i cittadini ed i partiti politici dopo i vari scandali che sono emersi in questi ultimi mesi che hanno come comune denominatore i fondi provenienti dal finanziamento pubblico, mascherato ora sotto forma di rimborso elettorale. Chiedere che si sospendano ulteriori erogazioni, fino a quando non sarà fatta chiarezza e non siano stati restituiti i soldi utilizzati per fini impropri dai partiti, appare una condizione imprescindibile, richiesta dai cittadini, in questo uniti al di là delle diverse collocazioni politiche, ed anche una risposta concreta alle sollecitazioni dell’Unione Europea.
Proprio le sollecitazioni dell’Unione Europea hanno provocato duri provvedimenti da parte del governo Monti che vanno pesantemente ad incidere su tutti i bilanci famigliari. Pare corretto che le osservazioni dell’Unione Europea vengano anche recepite per quanto concerne i partiti ed i fondi destinati a finanziamento della loro attività, utilizzati poi anche per fini molto meno nobili, se non semplicemente intascati da chi ne aveva la disponibilità. Ho chiesto, e lo ribadisco con forza, che i fondi non più erogati ai partiti che non abbiano dimostrato il corretto utilizzo degli stanziamenti, nel limite delle reali spese elettorali, vengano prioritariamente destinati al welfare ed al sociale: a settori strategici in tempi di crisi che hanno subito pesanti tagli se non addirittura l’azzeramento del capitolo, come successo per lo stanziamento per il sostegno alla disabilità caduto sotto la mannaia di Tremonti al tempo del governo Berlusconi.
Spiace che anche i partiti della sinistra, tramite loro esponenti, difendano il finanziamento e non accolgano l’appello alla sospensione delle erogazioni di luglio. Posizioni come queste danno spazio e voce all’antipolitica, mentre è la politica vera, della quale il nostro Paese ha assoluta necessità, che deve riprendere fiato, allontanando chi non ha saputo agire nell’interesse dei propri concittadini, ma solo perseguendo interessi propri. Di qui un appello forte, che mi auguro si possa concretizzare anche attraverso iniziative che coinvolgano, tramite internet, la società italiana, perché vengano sospese le erogazioni della quota di luglio del finanziamento pubblico dei partiti e che si proceda al recupero delle somme impropriamente utilizzate destinandole al finanziamento dello stato sociale. Solo così la rottura in atto tra mondo politico e società italiana potrà subire un’inversione di tendenza, altrimenti saremo di fronte, solo, all’ennesimo tentativo di mischiare le carte, lasciando tutto invariato. La morale del “Gattopardo” non è accettabile nel bel mezzo di una crisi che sta travolgendo le famiglie e la nostra società e che vede la classe politica incapace di agire (dopo aver abdicato le responsabilità di governo) chiusa nel proprio fortino e intenta solo a cercare di salvare il salvabile.
Beppe Tassone