
Venerdì 9 marzo 2012 alle ore 21, presso l’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino in via Po 18 (1° piano), si terrà la quinta seduta scientifica dell'anno 2012 dell’Accademia di Medicina di Torino dal titolo “Il ruolo emergente del sistema RANKL-RANK-OPG in Medicina Interna e Oncologia”. Relatore sarà il professor Alberto Angeli (Direttore del Dipartimento di Medicina Interna universitaria dell'ospedale San Luigi di Orbassano di Torino). La seduta sarà preceduta dalla commemorazione del professor Enrico Madon da parte del professor Luca Cordero di Montezemolo e del professor Carlo De Sanctis. Le sedute sono pubbliche. Info: www.accademiadimedicina.unito.it. Questa sequenza di lettere e sigle, che può apparire un po’ strampalata, identifica un sistema di segnali molto sofisticato ed essenziale per il controllo dei processi di rinnovamento del tessuto osseo. La scoperta e la definizione del ruolo chiave del sistema sono un'affascinante vicenda che risale a poco più di dieci anni or sono. Siamo quindi di fronte ad una novità scientifica e ad uno scenario in continua evoluzione, oggetto di una intensa attività di ricerca sia biologica di base sia applicativa clinica.
Due gruppi di ricerca, proprio allo scadere del secolo passato, uno giapponese ed uno americano, lavorando su settori di studio del tutto diversi, definirono anche i termini con cui oggi è universalmente noto il sistema, recuperando precedenti osservazioni fatte su cellule afferenti al sistema immune oltre che su cellule dell’osso.
Oggi il sistema RANKL-OPG è il cardine di un’area culturale di grande interesse clinico definita appunto osteo-immunologia. La sigla OPG indica una molecola chiamata osteoprotegerina, proprio perché protegge l’osso e ne previene la distruzione da parte delle cellule dedicate, gli osteoclasti. Le altre due componenti del sistema, invece, aumentano il numero e l’attività degli osteoclasti. Lo sbilanciamento dei segnali reciprocamente operanti, ed in particolare lo sbilanciamento a favore dei segnali attivatori, porta alla diminuzione della quantità di osso, come avviene nell’osteoporosi dopo la menopausa e come avviene in malattie gravi che interessano lo scheletro come il mieloma e le metastasi ossee. Intervenire sul sistema squilibrato che promuove la distruzione ossea in queste circostanze è quindi una sfida per la ricerca biomedica che può aprire la strada a nuovi farmaci di grande utilità per milioni di pazienti. In effetti già esiste un farmaco che riduce in modo importante la via attivatrice degli osteoclasti RANKL-RANK e che quindi potremmo definire una osteoprotegerina farmacologica. Il nome di questo farmaco è Denosumab: un cosiddetto farmaco biologico, un anticorpo umanizzato, e quindi ben tollerato, diretto specificamente a bloccare RANKL. Ma c’è di più. Il sistema di cui sopra appare essenziale anche nella mammella femminile per indurre e controllare la proliferazione delle cellule che producono il latte dopo il parto. Un ulteriore passaggio è parso immediato: la valorizzazione del sistema nello sviluppo di carcinomi mammari ormono-dipendenti che, guarda caso, facilmente danno metastasi nelle ossa. Proprio in questi mesi numerosi studi stanno cercando di precisare i segnali che, d’un lato favoriscono il rifornimento di calcio dell’osso per il latte prodotto dalle ghiandole mammarie e dall’altro favoriscono l’insediamento nell’osso di cellule metastatiche provenienti da tumori delle stesse ghiandole.