“Mio padre mi ha sempre insegnato a non piegare la testa. A tener duro. Quando però penso ai miei figli mi viene il magone. Spero però che un giorno possano essere orgogliosi delle scelte che suo padre e sua madre hanno fatto”. Con queste parole l'imprenditore calabrese Pino Masciari ha sintetizzato a Bra il suo impegno contro le regole che ha cercato di imporgli la 'ndrangheta, costringendo lui e la sua famiglia ad una vita sotto scorta. Lo ha fatto nel corso di un incontro che si è svolto ieri, giovedì 22 aprile 2010, nella sala consiliare del municipio della città della Zizzola alla presenza delle massime autorità cittadine.
Ad introdurre Masciari è stato il sindaco Bruna Sibille che ha affermato come “pur sapendo i disagi che lei e i suoi cari state vivendo in questo periodo, mi auguro abbia potuto trovare nel nostro paese, anche lontano dalla sua Calabria, solidarietà e supporto. Mi auguro pertanto che, per le ragioni che le ho detto, Bra voglia considerarla anche un po' casa sua”, mentre per il presidente del consiglio comunale, Fabio Bailo, il racconto di Masciari testimonia la “rivincita di una vita dignitosa”.
Pino Masciari ha infatti voluto raccontare le diverse traversie che ha dovuto affrontare, dai primi dinieghi alle richieste del pizzo da parte della criminalità organizzata, al difficile impatto con il settore degli appalti pubblici. “Un imprenditore deve essere libero e il condizionamento ambientale non può influire sulle scelte aziendali. Io non ho voluto adattarmi al sistema e non ho seguito chi voleva dissuadermi dal denunciare i fatti” - ha raccontato Masciari, che ha però lanciato un messaggio di speranza: “La mafia è una questione culturale, che si può sconfiggere. Bisogna solo avere la capacità di organizzare il nostro coraggio”. (rg)
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