Diceria dell’untore è la trasposizione scenica dell’omonimo romanzo di Gesualdo Bufalino, esordio tardivo (1981) celebrato da un enorme successo editoriale, ispirato dalla propria storia personale, come dichiarava in un’intervista apparsa sull’Espresso firmata da Leonardo Sciascia: «Mi è venuto dall’esperienza di malato in un sanatorio palermitano: negli anni del dopoguerra, quando la tubercolosi uccideva e segnava ancora come nell’Ottocento. Il sentimento della morte, la svalutazione della vita e della storia, la guarigione sentita come colpa e diserzione, il sanatorio come luogo di salvaguardia e d’incantesimo». Questo allestimento annovera tra gli interpreti il talento di Luigi Lo Cascio e quello di Vincenzo Pirrotta, che ne ha curato adattamento e regia. La creazione lirica e barocca di Bufalino rivive nell’originale rilettura di Pirrotta che innesta e imprime, nella trama scenica, le orme di forti tensioni drammatiche, scaturite dal suo personale universo poetico. Fino a riconsiderare e smentire l’assunto bufaliniano, in una prospettiva rovesciata in cui a prevalere - nelle storie come nella Storia - non è più l’inesorabile Mietitrice, ma è la Vita che abbraccia la Morte.
In allegato il comunicato stampa completo.