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26/01/2012Provincia Verbano Cusio Ossola
 
 
STUDIO DI FATTIBILITÀ SULLA RIPERIMETRAZIONE DELLE ZPS
 
 
Si è conclusa la prima fase dello studio commissionato dalla Provincia, grazie a un finanziamento della Fondazione CARIPLO, all’Istituto Oikos Onlus e dal titolo Incremento della Tutela della Biodiversità nel territorio della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Realizzazione di uno studio di fattibilità per la riperimetrazione delle aree protette in Valle Ossola. Le aree oggetto dello studio rientrano nella Rete Natura 2000, istituita a livello comunitario e all’interno della quale sono state definite le Zone a Protezione Speciale (ZPS) e dei Siti d’Interesse Comunitario (SIC). “Lo studio è stato condotto da Oikos con la collaborazione tecnico-scientifica dell’Università degli Studi dell’Insubria. Una collaborazione che si è avvalsa del prezioso contributo del compianto Professor Guido Tosi, prematuramente scomparso lo scorso novembre. Ora si sta proseguendo con la seconda parte del lavoro che si soffermerà sul contesto naturalistico del medio-basso corso del Toce. La prima fase di analisi ha richiesto oltre un anno, la seconda – utilizzando una metodologia già rodata e informazioni già acquisite – sarà più celere e per la prossima primavera sarà pronta. A quel punto, le proposte emerse e inserite in un percorso già condiviso con la Regione, saranno poste all’attenzione del Ministero all’Ambiente, che a sua volta le inoltrerà a Bruxelles” fa sapere l’Assessore alla Pianificazione Territoriale Claudio Cottini. “Lo studio – continua Cottini – prevede infatti un’approfondita analisi di carattere faunistico/floristico/ambientale del territorio provinciale, quale elemento basilare per una corretta pianificazione territoriale finalizzata alla valorizzazione e all’incremento della biodiversità, nel quadro del contesto socioeconomico del VCO. E’ stato predisposto mettendo a punto una metodologia di lavoro basata su presupposti rigorosamente scientifici. Il bilancio quantitativo derivante dalla prima proposta di riperimetrazione è positivo innalzando di circa il 2% la superficie complessiva delle aree attualmente tutelate da Rete Natura 2000”. “In particolare la proposta formulata – evidenzia il Presidente Nobili – consente di escludere da Siti di Interesse Comunitario e Zone a Protezione Speciale le aree poco significative dal punto di vista ambientale, come ad esempio le aree urbane, le aree di cava, e allo stesso tempo di proporre l’inserimento di aree, anche di dimensioni notevoli, contigue agli attuali confini di SIC e ZPS con presenza di habitat e di specie di particolare interesse naturalistico. Siamo la prima Provincia del Piemonte a portare avanti una proposta di compensazione di questo tipo”.  Un esempio: l’area del Pojala in comune di Premia; un’area montana a confine tra i territori di Crevoladossola e Domodossola e l’area in destra orografica del torrente Ovesca in comune di Viganella. Lo studio ha inoltre proposto la rettifica dei confini di SIC e ZPS adattandoli a elementi orografici facilmente riconoscibili in modo da facilitarne l’individuazione e la gestione di tali aree.
“La finalità – aggiunge Nobili – è di ridurre i possibili impatti negativi dell’individuazione delle attuali SIC e ZPS sulle comunità locali, senza tuttavia alterarne la qualità e quantità degli elementi naturalistici tutelati. E’ risaputo come alcune di queste impongano vincoli ad attività produttive, come ad esempio a un’eventuale piattaforma logistica allo Scalo di Domo 2, ad aziende della filiera estrattiva-lapidea e insediamenti produttivi lungo l’asta del Toce, all’ampliamento dell’aviosuperficie di Masera, all’offerta turistica invernale perché risultano restrittive per gli impianti di risalita. Non si  tratta di togliere superfici a specie protette ma al contrario – come questo studio ha evidenziato – persino di ampliarle con una loro ridistribuzione che sia anche compatibile con le legittime aspirazioni di sviluppo della Provincia. I perimetri sono stati tracciati lontano da qui senza commisurarle alla realtà locali”. “Abbiano lavorato – spiega il dottor Eugenio Carlini di Oikos – sulla correzione di errori cartografici, soprattutto sull’individuazione di confini delle aree protette laddove non si riuscivano a individuare, secondo una procedura standard che è quella applicata per oltre 2000 siti in Italia e l’unica accettata a livello comunitario. Chiaro che si trattasse di un errore quando queste inglobavano cave, realtà da tempo condizionate da un’attività antropica, che non potevano contemplare la presenza di habitat di pregio faunistico. Non abbiamo tolto superficie alla tutela ambientale, semmai aggiunta, riposizionando aree anche con occhio attento alla loro gestione. Un esempio l’accorpamento in un’unica zona delle due previste in Valle Formazza e quella all’Alpe Veglia-Devero”.  E il tema della gestione – hanno sottolineato il Presidente Nobili e l’Assessore Cottini – è un altro aspetto che necessita del coordinamento provinciale, per poter uniformarla su tutto il territorio, nelle diverse realtà.
“Delle Province – dicono – si sostiene che si può fare a meno, ma poi problematiche come queste si risolvono solo se c’è un ente territoriale che se ne fa carico”. In allegato il comunicato stampa completo.
 

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