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12/01/2010Comune di Quarona
 
UN OSPITE D'ECCEZIONE A QUARONA
 
VISITA NOTTURNA DI SGARBI ALLA CHIESA DI SAN GIOVANNI
 
L'assessore alla Cultura Nicoletta Casati ha fatto di tutto per far visitare al critico d'arte la Chiesa di San Giovanni al Monte ricca di preziosi affreschi. Vittorio Sgarbi ha accettato di buon grado decidendo per una visita notturna sabato scorso
 

Da mesi l’Assessore alla Cultura Nicoletta Casati sta alacremente lavorando per riuscire a dare il giusto risalto alla splendida risorsa storica e artistica che è la Chiesa di San Giovanni al Monte di Quarona. Già lo scorso luglio era riuscita ad incontrare il prof. Vittorio Sgarbi, grazie anche alla collaborazione dell’on. Gianluca Buonanno, con l’intento di mostrargli il monumento ricco di numerosi e preziosi affreschi databili in diverse epoche.

Finalmente sabato scorso l’occasione tanto attesa. Tra i protagonisti dell’escursione straordinaria al Monte Tucri, oltre al Sindaco Renato Pagano e al vice Giuseppe Busnelli, anche Davide Filiè che ha narrato di seguito com’è andata:

“Se una notte d’inverno un viaggiatore si fosse casualmente trovato sul monte Tucri – cosa alquanto improbabile visti l’ora tarda e il tempo da lupi - avrebbe potuto imbattersi in una strana comitiva che si aggirava nei pressi della chiesa di San Giovanni.

Non credendo ai suoi occhi, e pensando magari a dei malintenzionati, o alla processione delle anime di cui narrano le leggende valsesiane, avrebbe forse riconosciuto alcuni membri del gruppo: il sindaco, il vicesindaco, l’assessore alla cultura con il marito, il sottoscritto e… Vittorio Sgarbi!

L’incauto viaggiatore non avrebbe creduto ai suoi occhi, ma posso assicurare che io stesso non ero così sicuro che la situazione surreale stesse realmente accadendo.

Ma che cosa ci faceva Sgarbi a San Giovanni e a quell’ora? Cercherò di raccontare la vicenda dall’inizio.

Da tempo l’assessore alla cultura di Quarona, Nicoletta Casati, accarezzava l’idea di far conoscere e promuovere l’antica chiesa al di fuori degli angusti confini della Valle. Viste la vicinanza con Varallo, la presenza costante del professor Sgarbi e la sua ben nota passione per il Sacro Monte, si cercava l’occasione per mostrargli questo nostro gioiello dell’arte valsesiana, che racchiude le testimonianze pittoriche più antiche della Valsesia.

Sapendo della presenza di Sgarbi a Varallo sabato scorso, avevamo pensato di realizzare un breve filmato sulla chiesa da sottoporre al professore. Il nostro scopo era quello di incuriosirlo e indurlo in seguito a visitare il luogo.

Mai avremmo pensato che avrebbe accolto con entusiasmo la nostra proposta, decidendo di recarsi a San Giovanni quella notte stessa. “Non me ne andrò senza aver visto gli affreschi di San Giovanni!”

Detto, fatto. Appuntamento in piazza a un’ora imprecisata della notte e poi salita al monte a bordo di jeep, sfidando il maltempo, il fango e la totale oscurità in cui era immersa la chiesa.

Nel frattempo l’assessore, suo marito e io ci eravamo già recati sul posto a preparare la visita, assicurandoci che tutto andasse liscio.

Poi, l’attesa. Verso mezzanotte, quando già ci chiedevamo se sarebbe davvero venuto, arriva la telefonata: “Eccomi. Sto arrivando”.

Saliamo al monte. L’antica pieve è avvolta nelle tenebre. Solo dei ceri disposti lungo la via d’accesso – con un notevole effetto scenografico – ci guidano verso l’ingresso. Sgarbi osserva la chiesa. “E’ bellissima”, mormora tra sé e sé. Poi, il colpo di scena. Spalanco improvvisamente il portone e la chiesa completamente illuminata ci accoglie in tutto il suo splendore. Osservo l’illustre visitatore, non lo perdo d’occhio. Il suo sguardo è subito catturato dagli affreschi dell’abside, dal duecentesco San Cristoforo, dal ciclo della Passione. Osservando la scena della crocifissione esclama: “Ma Gaudenzio (come chiama confidenzialmente il Ferrari) è stato qui”, rilevando come l’affresco quattrocentesco ricordi per molti versi quello della parete gaudenziana di Varallo.

Dentro di me esulto. È ciò che ho sempre sostenuto!

Da quel momento Sgarbi non ha quasi più parlato. Gli facevo notare alcuni dettagli, fornendo qualche dato storico, ma mi rendevo conto di quanto fosse superfluo. Il professore era completamente rapito dalle immagini, dall’aura che si sprigiona da quel luogo unico. Ancora una volta San Giovanni aveva colpito. Non che avessi dei dubbi ma devo ammettere che mai quella chiesa mi era sembrata così bella, così magica, le figure dei santi così vive.

Se esiste un momento particolarmente propizio per apprezzare al meglio un’opera d’arte, credo che l’ora di San Giovanni cada nel cuore della notte.

“Ne è valsa veramente la pena. Avete una chiesa stupenda.” Questo il commento di Sgarbi - noto per le sue visite notturne ai luoghi d’arte - che si è mostrato senz’altro disposto a scrivere una prefazione alla nuova edizione del volume su San Giovanni, ormai praticamente esaurito, suggerendo anche la realizzazione di un documentario sulla chiesa da trasmettere in televisione.

Parafrasando il titolo del suo ultimo libro, quella notte Sgarbi ha scoperto un’altra delle meraviglie dell’Italia. Siamo lieti di avergliela mostrata e orgogliosi che essa appartenga a noi, che sia la “chiesa della nostra fede” come scrive il Berretti.

L’antica pieve di San Giovanni è un raro gioiello nascosto tra i boschi della Valsesia. Conoscerlo significa aggiungere una tappa alla nostra personalissima cartografia del cuore. Allora, per concludere con le parole di Sgarbi: “mettetevi in cammino, non siate pigri, perché dalla vostra meraviglia deriva la vita dell’arte, dei luoghi, del nostro paese, l’Italia delle meraviglie”.

 

Davide Filié

 

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