
Proseguono gli incontri organizzati dall’associazione culturale Circolar-mente. Giovedì 3 novembre alle ore20,30, presso la sala consiliare del Comune di Avigliana (piazza Conte Rosso n.7) il professor Francesco Remotti, ordinario di antropologia culturale presso l'Università di Torino terrà un incontro sul tema "Le false certezze dell'identità". Il professor Francesco Remotti è ordinario di antropologia culturale presso la facoltà di
Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. I suoi interessi spaziano dalla ricerca sul campo all’approfondimento teorico dei sistemi di parentela, dei rituali di iniziazione, degli interventi estetici sul corpo umano. Le ultime opere rivelano un’attenzione particolare per il tema dell’identità e gettano una luce nuova, prendendo spunto dai suoi approfonditi studi antropologici, su una delle questioni più calde del nostro tempo. In “Contro l’identità” - Laterza 1996 - l’identità è presentata come un’esigenza dell’uomo, inteso come animale incompleto, che ha bisogno di costruire la propria immagine di umanità mediante una serie di percorsi antropopoietici. L’identità è dunque un costrutto, che nascendo in un particolare contesto, ha sempre un carattere parziale, anche quando aspira alla universalità; essa è per tutti noi una maschera irrinunciabile, ma se diventa troppo pesante e rigida, incapace di aprirsi e negoziare con l’alterità, rischia di essere letale, proprio come è accaduto in Rwanda nel conflitto tra Hutu e Tutsi. E’ dunque essenziale aprirci ad una visione metaculturale, che divenendo capace di consapevolezza rispetto all’origine artificiale dei nostri costumi e delle nostre identità individuali e collettive, possa promuovere la disponibilità all’incontro e all’ibridazione con le altre culture. Ne “L’ossessione identitaria “ - Laterza 2010 - Remotti sostiene che la parola stessa sia tossica e che sia necessario assumere, nei confronti del concetto di identità, un atteggiamento critico al fine di comprendere come il termine sia non solo inutile e pericoloso sul piano pratico, ma anche inadeguato sul piano logico. “L’ossessione identitaria è ciò che rimane una volta che sia stata smantellata la cultura
della convivenza.”