“Abbiamo ricevuto la democrazia, ora spetta a noi cercare di conservarla”. Con queste parole don Aldo Benevelli ha concluso a Bra, nella serata di martedì 25 ottobre 2011, un suo intervento nell'ambito di un partecipato incontro pubblico che si è svolto nella sala consiliare di palazzo civico. Uno dei protagonisti della resistenza nel cuneese e fondatore dell'Lvia, l'organizzazione non governativa impegnata in numerosi progetti nel terzo mondo, ha svolto una riflessione a tutto tondo sull'eredità del secondo dopoguerra, riprendendo le parole dell'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che aveva definito “la resistenza il secondo risorgimento italiano”. “Come si possono dimenticare, dopo solo settant'anni, episodi che ci hanno portato pace, libertà e democrazia?” si è chiesto don Benevelli, riconoscendo in quel momento uno dei “fenomeni che hanno portato il nostro paese alla ricostruzione e all'unità”. Nell'introdurre la relazione del sacerdote cuneese, il sindaco Bruna Sibille ha ricordato il lavoro che don Benevelli ha svolto nel corso di “una vita nella quale ha sempre saputo stare dalla parte giusta, con il presidente del consiglio comunale, Fabio Bailo, che ha messo invece in evidenza la multiforme figura di don Benevelli: “Giornalista, insegnante, cooperatore internazionale, sacerdote, partigiano, anche se è forse stata quest'ultima esperienza il filo rosso che è riuscito a tenere insieme tutto il suo tessuto”. A lui è stata donata copia del volume “Ricordi di un partigiano”, fatto rieditare negli anni scorsi dall'amministrazione comunale per ricordare il ruolo della dodicesima divisione Bra nella lotta di liberazione.