
La notte tra giovedì e venerdì scorsoi i Carabinieri della Stazione di SANTO STEFANO BELBO erano intervenuti presso l’abitazione di un operaio bulgaro 30enne che lavora e vive in paese a seguito di una segnalazione di rapina ai suoi danni mentre si trovava solo in casa. Sul posto i militari accertavano che la porta d’ingresso dell’abitazione era stata sfondata ed all’interno vi era il giovane bulgaro che aveva richiesto l’intervento dei militari con evidenti ferite in varie parti del corpo. La vittima veniva prontamente soccorsa e trasferita in ambulanza all’Ospedale San Lazzaro di ALBA dove i sanitari lo medicavano dimettendolo alcune ore più tardi con una prognosi di otto giorni. Dai primi accertamenti avviati dai Carabinieri, che sul posto raccoglievano la deposizione di alcuni testimoni e poi acquisivano la denuncia del giovane malmenato e derubato, emergeva che la vittima, dopo aver trascorso la serata in un pub in provincia di ASTI con altri amici e colleghi di lavoro, tutti originari dell’est europeo, era poi rincasato. Dopo circa un’ora dal ritorno a casa però uno dei macedoni con cui aveva trascorso la serata buttava letteralmente giù la porta d’ingresso del suo appartamento e, una volta dentro, lo picchiava impossessandosi di 700,00 euro in contanti che aveva nel portafogli lasciato in camera da letto e di un computer portatile. L’aggressore lo lasciava sanguinante per terra e fuggiva a piedi facendo perdere le proprie tracce poco prima dell’arrivo dei Carabinieri. Da quel momento iniziavano senza sosta le ricerche del rapinatore il quale, pur abitando in paese, da quella notte si era reso irreperibile per sfuggire alla cattura. Nella serata di sabato però i Carabinieri, appostati in borghese da giorni sotto casa del macedone indagato per la rapina, lo bloccavano proprio mentre stava salendo nel suo alloggio. Al momento del fermo, nello strenuo tentativo di sfuggire alla cattura, si spacciava per un'altra persona dichiarandosi cittadino bulgaro e dava false generalità esibendo un carta d’identità ed una patente di guida risultate poi essere in realtà entrambe false. In casa sua i Carabinieri recuperavano sia i soldi che il computer portatile rubato due notti prima a casa del bulgaro. La sua vera identità emergeva quando, portato nella caserma dei Carabinieri di ALBA, veniva sottoposto al fotosegnalamento ed al rilevamento dattiloscopico delle sue impronte. Per il 34enne macedone G.C. si aprivano quindi le porte del carcere, su disposizione del Pubblico Ministero di turno Dott.ssa Elisa PAZE’, con l’accusa di false attestazioni a Pubblico Ufficiale, uso di documenti falsi e rapina. Nella mattinata di ieri è comparso dinanzi al Tribunale di ALBA dove è stato giudicato con rito direttissimo solo per le accuse di falso patteggiando una condanna ad un anno e due mesi di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale e quindi rimesso in libertà. Rimane invece indagato per il reato più grave, cioè la rapina commessa ai danni del bulgaro fatti per i quali dovrà nuovamente comparire in Tribunale. Nei suoi confronti i Carabinieri hanno anche avanzato una proposta di revoca del permesso di soggiorno alla Questura di CUNEO in ragione dei reati dei quali si è reso responaabile.