“L’Unione Province Piemontesi apprende con soddisfazione il voto della maggioranza della Camera dei Deputati con il quale è stato bocciata la proposta per la soppressione delle Province. Una posizione motivata non da prerogative di parte, piuttosto dalla consapevolezza delle funzioni svolte da questi enti territoriali e quelle che in aggiunta potrebbero ricoprire in un riassetto istituzionale delle autonomie locali”. Queste le dichiarazioni di Massimo Nobili, Presidente dell’Unione Province Piemontesi (e della Provincia del Verbano Cusio Ossola) all’indomani del dinniego parlamentare alla cancellazione delle Province dall’ordinamento costituzionale. “L’ex Sindaco di Torino Chiamparino in un’intervista di ieri sul Corriere della Sera ricorda come a livello di ANCI si fosse condiviso un quadro che metteva in primo piano le città metropolitane e le associazione tra i comuni nel sopperire a un’eventuale abrogazione delle Province. Quello che sfugge in un disegno di questa natura sono le realtà territoriali che molti amministratori, quali il sottoscritto, vivono quotidianamente. Ovvero – spiega il Presidente Nobili – di aree complesse perchè territorialmente estese ma decentrate e marginali, a rischio di spopolamento e per questo più esigenti di altre di una ‘regia’ amministrativa, in grado di sopperire a una frammentazione in piccoli comuni in un frangente in cui si va verso il superamento delle Comunità Montane. Questo per assicurare servizi vitali alla popolazione, che frenino l’abbandono del territorio dal quale non può derivare alcun beneficio per nessuno e consentano soluzioni rapide e tagliate su misura ai problemi delle comunità locali”. “Vorrei rammentare inoltre che da Presidente ANCI, Sergio Chiamparino è stato strenuo difensore delle ATO per la programmazione e gestione del ciclo idrico integrato e promotore di un accordo con l’UNCEM, il ‘sindacato’ delle Comunità Montane: proprio quei soggetti che in molteplici circostanze vanno sì a ricalcare funzioni già svolte da altri o facilmente delegabili ad altri enti più vicini a territorio e cittadini, in un’ottica di semplificazione. Una riforma seria, che miri a più risparmio e maggiore efficienza della spesa pubblica, non può prescindere dall’eliminazione di questi doppioni e limitarsi a un colpo di spugna che lascerebbe un vuoto amministrativo, e cioè di erogazione di servizi, senza sapere come verrebbe colmato” aggiunge Nobili. “Le competenze odierne delle Province sono molteplici: dalla viabilità (che per una Provincia come quella del Verbano Cusio Ossola vuole dire oltre 600 km di strade che richiedono continua manutenzione e d’inverno di essere pulite dalla neve per evitare l’isolamento di interi paesi) all’edilizia scolastica degli istituti superiori; dalla gestione del pacchetto formazione (rivolta soprattutto a chi è in cerca di nuova occupazione) a un’articolata serie di servizi e sportelli a cittadini e imprese. Se la proposta dell’ex Presidente ANCI è stata condivisa da tutti – conclude il Presidente UPP – ma poi sostenuta da pochi, è forse perché sono tanti gli amministratori che hanno ben chiari compiti e competenze delle Province e per i quali una revisione come quella al centro del Codice delle Autonomie non è né dogma né tabu. L’amministrazione del territorio può essere riorganizzata ma con criterio e cognizione di causa”.
