E’ stato recentemente “Chi l’ha visto”, programma che si occupa di scomparsi e di ritrovamenti, ad occuparsi della vicenda del recupero di piastrini di riconoscimento di soldati italiani dichiarati dispersi o caduti sul fronte russo. A rivolgersi alla trasmissione di Raitre è stato un alpino di Abbiategrasso, Antonio Respighi, che, durante un viaggio in camper nei luoghi russi dove si svolsero i combattimenti, ha ricevuto da un abitante della zona oltre duecento piastrini, con la promessa che sarebbero stati restituiti alle famiglie.
Uno dei piastrini ritrovati apparteneva al caporal maggiore Antonio Garombo, nato a Sanfré il 16 giugno 1913, appartenente al quarto reggimento artiglieria alpina, gruppo Pinerolo della Divisione cuneense, deceduto il 21 febbraio 1943 ad Uciostopje, campo di prigionia numero 56, regione di Tambow (Russia). Il piastrino ritrovato riporta inciso il comune di Bra quale luogo di nascita, pertanto i responsabili del ritrovamento hanno contattato gli uffici anagrafici della città della Zizzola, con tutta probabilità perché, ai tempi dell’incisione del piastrino, Sanfré era frazione di Bra.
“E’ sempre commovente sapere del ritorno in patria di questi piastrini, sono la rappresentazione tangibile del sacrificio di tanti giovani che furono costretti ad impegnarsi in un conflitto crudele in terra di Russia” ha commentato Bruna Sibille, sindaco di Bra che, insieme al primo cittadino di Sanfré, Bruno Petiti, ha programmato una cerimonia di riconsegna del piastrino ai familiari dell’alpino Garombo che si terrà martedì 29 marzo 2011, alle ore 10, in palazzo municipale a Bra.
“La città di Sanfré ha avuto undici caduti sul fronte russo, finita la guerra questi soldati risultarono dispersi. Le loro famiglie rimasero con ansia a scrutare il sentiero di casa, ad aspettare, sperare, senza rassegnarsi” ricorda Bruno Petiti, “sofferenze che il tempo non è riuscito del tutto a sanare, per anni è rimasta viva la speranza di un ritorno sempre più improbabile. Fra questi familiari, Maria Boetti, sorella di Oddone e Giò Battista che, impegnati in due diversi battaglioni della Cuneense, non fecero più ritorno a casa”.
Secondo il censimento riportato dal volume “Vite spezzate” pubblicato dall'Istituto storico della Resistenza provinciale, il tributo di vite umane pagato dalla provincia di Cuneo nel periodo 1940-1945 è di 15.430 soldati impegnati sui vari fronti di guerra, con la maggioranza dei caduti di età compresa fra i 22 ed i 24 anni. Di questi caduti, la campagna di Russia ha il bilancio più pesante di perdite, quasi 7.000 fra morti e dispersi.