
Venerdì 25 febbraio 2011 alle ore 21, presso l’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino in via Po 18 (1° piano), si terrà la quarta seduta del 2011 dell’Accademia di Medicina di Torino dal titolo “L'approccio olistico al perineo”. Relatrici saranno la professoressa Ines Destefano (responsabile Ambulatorio di Coloproctologia del reparto di Chirurgia Universitaria dell'ospedale San Luigi di Orbassano) e la professoressa Rossella Morra (Anestesia, Rianimazione e Terapia antalgica dell'ospedale San Luigi di Orbassano e specialista osteopata), che saranno presentate dal Socio dell'Accademia professor Mario Nano. Verrà inoltre assegnato il Premio Ferrero 2010 alla scoperta scientifica dal titolo “Parametri clinico – patologici del linfonodo sentinella nel melanoma cutaneo”. Relatore il dottor Simone Ribero. Le sedute sono pubbliche. Info: www.accademiadimedicina.unito.it.
Le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite i suoi componenti e ogni componente non può essere slegato dal sistema di cui fa parte integrante. Questo concetto base vale per ogni organo del corpo umano, ma nel perineo trova l’applicazione più completa.
Il perineo non è soltanto un insieme di muscoli, organi, articolazioni, nervi che possano essere scollegati e valutati isolatamente. Ognuno di essi deve essere visto in relazione all’altro ed in relazione a tutto il corpo ed alla mente che vi stanno attorno. Può sembrare paradossale, ma un chirurgo che si prepara ad eseguire una plastica per rettocele ha una percentuale molto alta di possibilità di fallire il suo intervento se non ha studiato la paziente in modo globale, inserendo i sintomi legati alla presenza di una alterazione anatomica (il rettocele) nel quadro più generale di una sindrome molto più complessa (la stipsi), che riconosce il rettocele quale espressione ultima da correggere.
La correzione di un’alterazione anatomica può soddisfare il senso estetico di un chirurgo, ma a volte può sconvolgere una funzione e portare alla non risoluzione del problema che è causa di quella alterazione. Il paziente non solo non ne ha giovamento, ma può trarne un danno. Porsi in modo olistico nei confronti delle patologie perineali vuol dire anche coinvolgere in modo globale molti altri specialisti che di quella area possono avere conoscenza. Vuol dire lavorare con metodi e linguaggi comuni e condividere le conoscenze legate alla propria specialità per risolvere problemi relativi a malattie di cui spesso non si ha confidenza.
Vuol dire utilizzare anche terapie non convenzionali che possono aiutare a migliorare il risultato di una terapia tradizionale. Vuol dire anche e soprattutto riportare l’uso di queste terapie non convenzionali in un ambito scientifico, sfrondando così le possibilità di “inganno mediatico“ delle stesse e fornendo garanzie al paziente.
Il perineo e le sue alterazioni sono una palestra e una sfida per lo specialista urologo, ginecologo o proctologo ed il successo e la fortuna del paziente saranno legati alle conoscenze interdisciplinari che lo specialista avrà di psico, neuro, endocrino, immunologia, ortopedia, analgesia, radiologia, gastroenterologia, osteopatia, dietologia, sessuologia o alle sue capacità di lavorare in modo multidisciplinare.
L’addetto stampa
Accademia di Medicina di Torino
Pierpaolo Berra