
“Sono sicura che il seme che don Max ha lasciato nella nostra città germoglierà in una primavera africana”. Così il sindaco di Bra, Bruna Sibille, ha introdotto l'incontro che si è svolto nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 11 gennaio 2011, nel palazzo municipale della città della Zizzola. L'occasione, il saluto all'ex parroco di Bandito, don Max Lafia, che dopo cinque anni lascia il Piemonte per tornare nel Benin, suo paese d'origine. “E' un arrivederci, anche perché nei prossimi anni si concretizzerà un gemellaggio affettivo e effettivo con il Benin, senza bisogno di troppe formalizzazioni” - ha poi concluso la prima cittadina.
“Questi sono stati i cinque anni più belli della mia vita, perché in mezzo a voi ho trovato una comunità che mi ha accolto più di quanto potessi sperare” - ha detto don Max, prima di ricordare come a Bra gli è stata data “la possibilità di realizzare uno dei progetti più importanti per me, ovvero fare in modo che qualcuno del mio paese potesse usufruire di cosa la provvidenza ha messo nelle mie mani. Questo perché grazie alla generosità è possibile raggiungere anche le popolazioni più lontane”. Il sacerdote ha poi fatto vedere alcune immagini del suo recente viaggio nel Benin e consegnato al sindaco Sibille un drappo: “Voglio lasciarvi un piccolo segno, di valore simbolico, che rappresenta una donna che porta l'acqua con un bambino sulle spalle. Proprio le donne sono la speranza dell'Africa, perché portano sulle loro spalle il futuro di un intero continente”. (rg)
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