A Fossano, nel cuore del Piemonte, per cinque secoli visse e fiorì una piccola comunità ebraica. Insediatasi lì nel Cinquecento, contava nell’Ottocento appena 150 persone: una manciata di famiglie, destinate però ad aumentare negli anni successivi. Oggi di questa realtà non rimane più traccia, la Fossano ebraica è del tutto scomparsa. A recuperarne la memoria e ripercorrerne la vicenda storica e umana provvede ora un volume che raccoglie saggi di diversi studiosi, a cura di Luciano Allegra, Agnese Cuccia e Sarah Kaminski. Intitolata Vita ebraica a Fossano, voluta e sostenuta dalla Fondazione Sacco e dalla città di Fossano, la pubblicazione ha il patrocinio della Comunità Ebraica di Torino che da anni lavora per la valorizzazione del patrimonio ebraico piemontese, attraverso la ristrutturazione delle sinagoghe, la creazione di appositi spazi museali e la documentazione scientifica. Il libro è stato realizzato nel 2009 grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano e all’interessamento del suo presidente, Antonio Miglio, e vede la collaborazione di Luciano Allegra, Igor Bergese, Alberto Cavaglion, Agnese Cuccia, Sarah Kaminski, Maria Teresa Milano, Sharon Reichel, Alberto Somekh, Cristina Zuccar. Si tratta di un lavoro importante, come sottolinea Luciano Allegra, docente di Storia moderna all’Università di Torino. “La riflessione sul proprio passato, a cominciare dal nostro passato locale – spiega - può infatti contribuire a farci prendere coscienza delle origini della nostra identità, ma può anche svelarci quanto ciò che noi siamo oggi. Ecco perché seguire il bandolo di una storia certamente defilata, ma non per questo meno affascinante: quella della comunità ebraica di Fossano, una storia ‘minore’ che ci offre l’occasione di ripensare a un passato comune, ma ci fornisce nel contempo uno strumento prezioso per affrontare quel rapporto con gli ‘altri che il futuro ci impone con impellenza”. La scomparsa delle ultime tracce materiali della presenza ebraica a Fossano non deve infatti indurci a pensare agli ebrei come a un capitolo chiuso nella storia della città. Il loro passato non riposa solo negli archivi e nelle foto d’epoca. Perché le vite di quelle persone, e il loro lavoro, le loro sofferenze, hanno contribuito in misura rilevante a fare di Fossano ciò che è oggi. Insomma, Fossano sarebbe diversa se non avesse goduto dell’apporto degli ebrei. Sarebbe cresciuta così come sono cresciute tutte le città e i paesi che non hanno mai annoverato, fra i loro abitanti, una minoranza di qualunque natura: più povera. E più povere sarebbero state soprattutto la sua cultura e la sua civiltà, se i suoi cittadini non avessero imparato che perfino una convivenza difficile è comunque fonte di ricchezza; se non avessero capito che c’è molto da apprendere dagli stessi conflitti che si generano inevitabilmente al suo interno