
L'artista non è indifferente alla bellezza esteriore- le sue donne lo dimostrano ma non si accontenta solo di quella. E, tramite la tecnica dello zoom, ne scruta i mondi profondi e intimi del femminile avvinandosi, soprattutto, agli occhi per cogliere quella luce che arriva dalle profondità. Ogni raffigurazione, quindi, sia essa una donna, una bimba o una bambola, è sempre un'occasione per esternare una comunicazione silenziosa fatta di espressioni e di pensieri intuiti. Gli occhi, dal taglio perfetto e spesso irreale, fungono per il Nostro come via d'accesso e di contemplazione di una realtà che, pur rappresentata con un dosaggio di colori e volumi equilibrati, trasuda mistero, turbamento, contraddizione e conflitto tra interiorità e apparenza. Balestra, dicevo, si accosta all'arte “popolare” in modo nuovo non solo per il soggetto scelto, ma anche per la composizione, le inquadrature delle immagini, la dinamicità del colore, che costruiscono una visione e una interpretazione del tutto personale. Questo dà merito all'artista che, pur interessato alla corrente pittorica di Andy Worhol, non si limita ad una scontata emulazione, ma ne rivisita la filosofia di fondo per integrarla in un contesto sociale diverso usando un proprio nuovo linguaggio e dei propri nuovi soggetti. (A. C.)