TORNA a Torino, da giovedì 8 a domenica 11 giugno, il festival creativAfrica: si propone come una finestra aperta sulle culture africane, uno sguardo libero sulle arti di scena, la letteratura, il cinema, l'arte, il design di questo grande continente.
Si tratta di un programma integrato e innovativo che mescola laboratori - da quello di cucina africana a quello di serigrafia, entrambi in programma nella giornata inaugurale di giovedì 8 - ma anche talk con vari ospiti. Quattro i libri, invece, che saranno presentati: Francesca Ekwuyasi parla de "Il primo pensiero del mattino", Anna Maria Gehnyei (Karima 2g) de "Il Corpo nero", Ayesha Harruna Attah presenta "Zainab va a New York" mentreAbdou M. Diouf "Il pianista della teranga".
Poi cene, dj set per muoversi sulle note afro, e soprattutto molta musica. Con un nome su tutti, quello di Sona Jobarteh, nome di punta dell'edizione 2023, che con il suo concerto apre la prima serata del festival. Gli altri protagonisti musicali sono Belam (sempre la sera dell'8 giugno), Bakh Yaye Family e Avex, il vincitore di Afrovision 2023 (entrambi venerdì 9), l'Orchestra Jigeen Ni e Kora Beat (sabato 10).
Ad ospitare l'iniziativa è il circolo culturale Jigeenyi, nello spazio creativo del Bunker (via Paganini 0/200): secondo una filosofia che contraddistingue questo luogo, non mancano proposte anche per i bambini, con domenica mattina lo spettacolo "La fabbrica delle bolle" di ClowIdà, seguito dal brunch per famiglie.
«CreativAfrica 2023 sta accogliendo interesse e partecipazione: arrivati all'ottava edizione, per noi è importante non solo arricchire l'offerta culturale della città con stimoli e grandi artisti e artiste africani ma anche continuare a creare momenti di dialogo, di scambio e di inclusione - dice Giulia Gozzelino - Quest'anno, per esempio, è grande l'energia delle persone di origine gambiana in città per il concerto di Sona Jobarteh e sono queste emozioni a costituire la forza del festival».
IL TEMA 2023
Nel 2023 il festival è orientato verso Ovest. Si è infatti soliti far riferimento all'Occidente come sinonimo di bianchezza, di Europa e di Stati Uniti d'America: ma in questo momento storico di crisi e di riattivazione delle polarità internazionali, quale fermento culturale, politico e sociale caratterizza i paesi dell'Africa Occidentale? Quali sguardi, quali voci, quali atelier popolano gli altri occidenti? Quali correnti afrodiscendenti e afrofuturiste rinnovano e rigenerano i tessuti culturali occidentali?
La creatività e le culture dell'Africa dell'Ovest e afrodiscententi acquistano nel nuovo millennio un'indipendenza e una polarità originale e interessante, capace di contaminare il globo e l'universo culturale contemporaneo: a questo è dedicato il festival 2023. Obiettivo interrogarsi sul ruolo dell'arte e della cultura nelle dinamiche socio-politiche nazionali e internazionali, ribaltando immaginari coloniali e lanciando nuove visioni per un futuro di pace.
LE COLLABORAZIONI
Il festival è promosso da Renken e questa edizione sviluppa interessanti trame con molte associazioni del territorio:i collettivi Sciamu, Shaams, Leep Cool e i giovani del progetto YouAct! - Mindchanger saranno ospiti e animatori di talk e incontri; il festival Tom (the other music festival) co-organizza una tavola rotonda e incursioni musicali; insieme a Seeyousound festival e Jazz is dead (TUM, Arci Torino e Magazzino di Po) è stato ideato il percorso tematico "Black to the future" che intreccia i tre festival e promuove un viaggio innovativo attraverso l'afrofuturismo. CreativAfrica ospita inoltre due concerti curati dal maestro di kora Cheik Fall con Teranga studio e Farafi Danze Culture.
PROGRAMMA IN BREVE
Giovedì 8 giugno
Ore 16 Laboratorio di serigrafia con Anas Mghar.
Ore 17 Laboratorio di cucina con la chef Mareme Cisse.
Ore 19 Talk con Francesca Ekwuyasi e presentazione del libro "Il primo pensiero del mattino".
Ore 20 Cena con dj set Anas Mghar.
Ore 21,30 Concerto di Belam.
Ore 22,15 Concerto di Sona Jobarteh (biglietti disponibili su Eventbrite).
Venerdì 9 giugno
Ore 19 Talk con Anna Maria Gehnyei (Karima 2g), presentazione del libro "Il Corpo nero".
Ore 20 Cena.
Ore 20,30 Concerto BakhYaye Family.
Ore 21 Performance Maestri Echo Festival.
Ore 23 Esibizione vincitore Afrovision - Avex.
Ore 24 Dj set con dj Jesa.
Sabato 10 giugno
Ore 17 Talk con AyeshaHarrunaAttah e presentazione del libro "Zainab va a New York".
Ore 19 Talk con Abdou M. Diouf e presentazione del libro "Il pianista della teranga".
Ore 20 Cena con djset Otello dj.
Ore 21 Jam session a cura di Live Torino con Bandaradane ospiti.
Ore 22 Orchestra Jigeen Ni.
Ore 22,30 concerto Kora Beat.
Ore 24 dj set di Mastaced.
Domenica 11 giugno
Ore 12 Spettacolo "La fabbrica delle bolle" di ClowIdà.
Ore 12,30 brunch.
Extra creativAfrica
Il festival creativAfrica quest'anno vanta due concerti extra, due eventi off.
Venerdì16 giugno in programma il concerto di Tinariwen: nel calendario di Hiroshima Sound Garden (via Carlo Bossoli 83). Il 13 luglio, da Jigeenyi al Bunker, c'è il concerto di FuluMiziki.
PROGRAMMA PER SEZIONI
Musica
Inediti spettacoli, performance, djset, tour, progetti innovativi transnazionali e multidisciplinari portano la musica nel cuore del festival per interpretare attraverso suoni e note la contemporaneità di un altro Occidente.
Sona Jobarteh: ospite di punta del 2023 (giovedì 8 giugno ore 22,15)
Sona Jobarteh, cantante, compositrice, straordinaria virtuosa di kora, è una delle musiciste più originali ed interessanti del momento. Nata a Londra, nipote del grande maestro griotAmaduBansangJobarteh e cugina del virtuoso della kora Toumani Diabaté, fa parte di una famiglia di grandi tradizioni musicali sulle quali si erge lo spirito del suo lavoro musicale. Musica tradizionale, blues e afropop si fondono con l'intento di preservare e allo stesso tempo innovare un immenso patrimonio culturale. La portata del suo riconoscimento internazionale è evidenziata da oltre 15 milioni di visualizzazioni su YouTube e un numero considerevole su altre piattaforme digitali.
Ha studiato violoncello, arpa e pianoforte al Royal College of Music di Londra, e composizione alla Purcell School of Musich e ha collaborato come cantante, chitarrista e interprete della kora con importanti artisti internazionali, con esibizioni in tutto il mondo dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda, Australia, Cina, Africa, Europa. La sua dedizione alla diffusione di potenti messaggi umanitari attraverso le sue canzoni e le sue coinvolgenti esibizioni sul palcoscenico la rendono molto più di una musicista. Sona è infatti anche attiva sul fronte dell'impegno sociale e ha fondato The Gambia Academy, un'istituzione pionieristica dedicata al raggiungimento delle riforme educative in tutto il continente africano. Inoltre, è stata chiamata a intervenire a eventi di alto profilo in tutto il mondo, compresi i vertici per le Nazioni Unite, l'Organizzazione mondiale del commercio e l'UNICEF. Musica e impegno civile sono dunque un tutt'uno per questa formidabile artista.
Biglietti disponibili su Eventbrite.
Formazione del concerto di Sona Jobarteh:
● SONA JOBARTEH – kora, chitarra, voce
● MAMADOU SARR – percussioni
● ERIC APPAPOULAY – chitarra acustica
● ANDI McLEAN – basso
● GODFERY SEHINDEHIMI – batteria
L'altro nome di punta del 2023: Tinariwen (concerto off del 16 giugno, Hiroshima)
I Tinariwen sono un gruppo musicale proveniente da Tessalit, nel nord est del Mali. La loro musica, il Tishoumaren, mischia tra loro elementi blues, rock, world e di musica tradizionale Tuareg.
Il gruppo prese la decisione nel 1996 di dedicarsi alla musica a tempo pieno. Nel 1999 conoscono il gruppo francese Lo'Jo e il chitarrista inglese Justin Adams (componente dei Strange Sensation di Robert Plant) al festival maliano Festival audésert. Questi sono i produttori del Cd The Radio Tisdas Sessions (2001), primo disco dei Tinariwen al di fuori del loro continente. Nel 2004 uscì il loro secondo disco, Amassakoul ed il gruppo inizia ad esibirsi nei live in Europa e negli Stati Uniti. In seguito all'invito di Carlos Santana al proprio fianco sul palco del Montreux
Jazz Festival il gruppo diviene sempre più popolare. Nel 2007 esce il terzo album Aman Iman (Water is Life), sempre prodotto da Adams, ed ottiene apprezzamenti presso varie riviste che si occupano di rock. Questa risonanza permette al gruppo di partecipare al festival di Glastonbury. Sempre nello stesso anno i Tinariwen tengono due concerti in Italia, partecipando al Festival di Villa Arconati e riscuotendo gradimento da parte del pubblico. Il 18 agosto il gruppo apre un concerto dei RollingStones allo SlaneCastle di Dublino.
FuluMiziki (concerto off del 13 luglio)
FuluMiziki, l'emergente collettivo “afrofuturista” che crea i propri strumenti con la spazzatura, ha stupito il mondo con la sua musica elettronica e punk ispirata al soukous industriale innovativo!
FuluMiziki si traduce approssimativamente in “Music from Garbage”, che è una descrizione appropriata del collettivo punk afro-futuristico ecosostenibile ed eccitante che proviene direttamente da un futuro in cui le persone si riconnettono con la Madre Terra e con se stesse si sono riconciliate.
Questo collettivo artistico multidisciplinare ha sede nel cuore dell'Africa, nella capitale congolese di Kinshasa. Per diversi anni, i membri hanno lavorato alla concezione di un'orchestra composta da oggetti trovati dalla spazzatura, strumenti in costante cambiamento e sempre alla ricerca di nuovi suoni. Realizzare i propri strumenti, costumi e maschere è parte integrante dell'ideologia musicale alla base di FuluMiziki.
Il loro suono unico supporta un messaggio panafricano di liberazione artistica, pace e uno sguardo serio alla situazione ecologica nella RDC e in tutto il mondo. Tutto può essere recuperato e rianimato per Fulu. Dal 2020, Fulu ha preso d'assalto i festival musicali europei, esibendosi in numerosi eventi musicali e workshop con i giovani.
Belam (concerto giovedì 8 giugno ore 21,30)
Belam è l'incontro tra due anime: quella africana e quella francese per cercare di osare, oltrepassare i confini e per condividere la stessa passione per la musica. La miscela di culture e linguaggi differenti emerge dai suoni africani di Babacar e dai testi in francese di Maëva. Una miscela tradizionale e autentica, tra musica ritmata e melodia soave, dove si mescolano gli archi della bora e la chitarra, per offrire un viaggio immersivo in suoni e colori differenti.
Orchestra Jigeen Ni (sabato 10 giugno ore 22)
L'Orchestra Jigeen Ni è un gruppo musicale composto al 100 per cento da strumentiste e cantanti donne che hanno sede a Dakar. Il gruppo nasce all'interno di un ambiente musicale senegalese dominato principalmente da uomini. L'OrchestreJigeen Ni ha quindi l'ambizione di occupare in modo efficace la scena musicale senegalese e mondiale. Formatesi anche come band di supporto, intendono inoltre accompagnare cantanti che non hanno un'orchestra e, soprattutto, restituire alla strumentista donna il suo posto nel mondo della musica sia in Senegal sia in Africa. L'Orchestra sviluppa una musica ricca di sensazioni, sensualità ed emozioni, composta da ritmi provenienti da vari terreni culturali. Con comprovata maestria ballano allegramente il valzer tra diversi stili come afro, blues, reggae, hip hop, jazz, mbalakh, salsa, zouk ecc. L'Orchestra Jigeen Ni, oltre alle sue esibizioni musicali, mira così a portare avanti anche battaglie culturali differenti, con l'obiettivo di attivare una nuova consapevolezza sociale attraverso il ruolo della musica come strumento per cambiare il comportamento delle persone e per incentivare lo sviluppo di un nuovo concetto di cittadinanza.
Bandaradan (jam session sabato 10 giugno ore 21)
Fischi di tromba, sax ruggenti, fisarmoniche struggenti e ritmi dispari: la fanfara Bandaradan nasce a Torino nel 2002. In 20 anni di musica dal vivo si sono esibiti in svariate decine di festival europei tra cui: Buskers Neuchatel 2019 (Svizzera), Kiev Klezmer Festival 2019 (Ucraina), Balkanarama 2019 (Scozia), Underland Music Fest 2018 (Moldavia), STAMP Festival Hamburg 2012 (Germania), Glastonbury Music Festival 2011 (Galles), oltre ad essere stati invitati per il trentennale del celebre Ferrara Buskers nel 2022. Innescati dalla trascinante cantante di Odessa Mama Nastya, i Bandaradanmeticciano le loro sonorità klezmer, gipsy e balkan con originali riverberi latinoamericani. Hanno scritto la colonna sonora e partecipato a tre film tra cui Quando La Notte di Cristina Comencini del 2011. Giunti al loro quinto lavoro con KiyvBrides nel 2018, il loro prossimo album CahulBorder uscirà a ottobre 2023. Oppaaa!!!
FORMAZIONE
-Mama Nastya (Ucraina) voce
-Isaac Witz (Argentina) fisarmonica
-JanierIsusi (Cuba) tromba
-Sebastian Loyola (Perù) sassofono
-Davide Ritelli (Italia) contrabbasso
-Federico Griso (Italia) batteria
Kora Beat (sabato 10 giugno ore 22,30)
Kora Beat è tra i progetti più interessanti del panorama musicale jazz in Italia. La band nasce dall'idea del Maestro Cheikh Fall, musicista senegalese di Dakar che vive e lavora a Torino. La Kora è un'arpa tradizionale africana e il Kora beat esplora le potenzialità di questo peculiare strumento mescolandolo con generi diversi come jazz, funk e ritmi africani moderni come mbalax e coupé decalé. Il risultato è un mix innovativo tra il ritmo danzante e il melodie della kora e del sassofono. Le canzoni raccontano storie di viaggi, incontri e dialoghi interculturali, espressi in Lingua Wolof, Mandeng e Malinke. Il gruppo è attivo dal 2013 e ha suonato dal vivo in Italia, India e Senegal. Esso esposte in contesti prestigiosi come il Piccolo Teatro di Milano, Torino Jazz Festival, Centro Culturale DoutaSeck Dakar e il BiharDiwas a Patna (India).
BakhYaye Family (concerto venerdì 9 ore 20,30)
BakhYaye Family è una band per tutte le occasioni! Al di là della battuta, la formazione che si esibisce varia spesso nel numero dei componenti e nella tipologia di spettacolo. Se si accompagna la danza Sabar, la formazione è solo percussiva e non comporta l'utilizzo di altri strumenti. Se si tratta di un concerto allora entrano in gioco strumenti come la batteria, il flauto, la chitarra, il basso, le tastiere il kamalengoni e altre voci. Nella formazione al completo il gruppo da concerto è formato da 7 elementi. Per l'occasione dell'Afrovision Festival presentiamo una formazione di 3 elementi. I canti e le musiche sono il frutto di una sperimentazione a cavallo tra la tradizione di lingua Wolof e la cultura Mandengue, arrangiati con la chitarra classica e con il kamalengoni (strumento tipico del West Africa). Alcuni brani sono una reinterpretazione di canti tradizionali, altri invece sono scritti da Masserigne Fall.
Dj Jesa (venerdì 9 dj set dalle 24)
Jesa, all'anagrafe MeronTesfazghi, è un dj/produttore napoletano dalle origini eritree. Si avvicina ai primi strumenti musicali all'età di 5 anni cominciando a suonare il pianoforte, la chitarra, il basso e percussioni per poi appassionarsi definitivamente, dall'età di 15 anni, alla consolle e all'arte del djing. Nel giro di un paio d'anni diventa il dj di punta delle serate più in voga di Napoli. Nel suo percorso musicale i suoi set hanno accolto, in apertura, artisti del calibro di Chris Brown, SnoopDogg, Sean Paul, DJ Premier, Craig David, MOP, Ozuna, Daddy Yankee, J Balvin, Sfera Ebbasta, Ghali; luchè, Clementino per citarne alcuni. Premiato come miglior dj campano nel 2017, nell'estate del 2019 è stato ospite nella cerimonia di chiusura delle universiadi presso lo Stadio Maradona di Napoli. Attualmente è il dj ufficiale del format Lit, party dalle sonorità Afro, di cui è anche il fondatore.
Letteratura e incontri contemporanei
Incontri, reading e dibattiti offrono la possibilità di riflettere sulle dinamiche culturali in atto tra Africa e Europa: autrici e autori africani sono ospitati durante il festival per incontrare il pubblico creando spazi di parola e di confronto.
Ayesha Harruna Attah (sabato 10 alle 17)
Ayesha Harruna Attah è nata ad Accra (Ghana) nel 1983, sotto il regime militare, in una famiglia di giornalisti molto aperta in cui le storie erano il pane quotidiano. Ha studiato alla Columbia University e alla New York University, per poi tornare in Africa e cominciare a scrivere. I suoi primi due libri sono stati finalisti di premi prestigiosi (Commonwealth Writers' Prize, The Kwani? Manuscript Project) e suoi testi sono stati pubblicati sul «New York Times Magazine». “I cento pozzi di Salaga“, nato dal ricordo di una trisavola venduta come schiava sul mercato di Salaga nel Ghana precoloniale, è stato pubblicato in Africa, negli Stati Uniti e in Europa, e celebrato per la profondità della ricostruzione storica e per la forza delle due protagoniste femminili, Wurche e Aminah. Le gemelle protagoniste del ”Grande azzurro” sono le sorelle di Aminah, escono dai ”Cento pozzi di Salaga” e partono per nuove avventure. In ”Zainab conquista New York” Ayesha Harruna Attah ha romanzato la sua esperienza americana. Ora vive in Senegal ed è considerata una tra le voci più forti della narrativa africana di oggi.
Zainab conquista New York
Zainab si prepara a cominciare il suo stage a New York. Sogna di diventare un'illustratrice professionista e, tra vita notturna, archivi di fumetti storici e street art, gli stimoli non le mancano. Peccato che le donne della sua famiglia si intromettano a più non posso dal Ghana – e non solo la mamma, che viene a trovarla in carne e ossa nella sua stanzetta in affitto a Brooklyn, ma anche le antenate dall'oltretomba. Voci che criticano, commentano ogni suo passo, spesso irritanti, ma anche capaci di risvegliare una forza ancestrale preziosissima. Con il suo terzo romanzo, AyeshaHarrunaAttah porta l'Africa a New York.
Karima 2G (venerdì 9 alle 19)
Anna Maria Gehnyei, nota con il nome di Karima 2g, è cantante, danzatrice, e producer italiana di origine liberiana. La sua carriera artistica inizia come danzatrice ma presto diventa vocalist professionista dalle consolle delle maggiori discoteche italiane. Nel 2014 esordisce come solista e i video dei primi due singoli, Orangutan e BungaBunga, provocano reazioni in pubblico e critica dalle riviste musicali passando per il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano e Vogue. Grazie al suo percorso artistico, la John Cabot University le riconosce una borsa di studio internazionale, e nel 2020 si plurilaurea in Communications e Political Science. Nel 2022 debutta con il suo primo spettacolo teatrale If There Is No Sun, di cui è anche autrice. Il corpo nero è il suo primo romanzo.
Il corpo nero
Il corpo nero è la storia di Anna Maria Gehnyei, in arte Karima 2g. Ovunque lei vada, da sola o con le sue sorelle, qualunque età lei abbia, a Roma c'è sempre qualcosa o qualcuno che le ricorda di essere nera, così si trova a negoziare continuamente tra due culture: quella italiana che non l'accetta, e quella africana a cui non appartiene fino in fondo. È troppo nera per parlare bene l'italiano, troppo nera per indossare degli abiti eleganti, troppo nera per essere istruita. Il corpo nero è la storia di una generazione, la seconda, fatta da chi viene visto solo come un bambino immigrato. La storia tutta umana, fatta di ricordi, suoni, amore e vergogna, di chi nonostante il mancato riconoscimento dalle istituzioni e una cittadinanza negata, decide di non cadere nella trappola del vittimismo. Un libro politico per le nuove generazioni che non hanno voce.
Abdou MbackeDiouf (sabato 10 alle 19)
Abdou MbackeDiouf nasce a Cotonou il 7 agosto 1989, da genitori senegalesi. Cresce in Senegal dove resta fino all'età di cinque anni per poi trasferirsi in Italia, ad Arezzo, con tutta la famiglia. È il più grande di cinque figli, tre sorelle e un fratello. Frequenta tutte le scuole nella città aretina e prosegue il suo percorso formativo all'Ateneo di Firenze dove si laurea in Biologia nel 2013, consegue poi la specializzazione in Biologia molecolare nel 2017. Ha giocato a pallavolo tra Arezzo, Firenze e Pisa. E proprio qui, a Pisa, come passatempo tra un allenamento e l'altro, ha iniziato a scrivere le pagine di “É sempre estate” col titolo iniziale di “Appunti di un libro che non ho mai scritto.”
Il pianista di Teranga
– Sai cosa? È faticoso essere noi. Avere la consapevolezza di saper stare bene da soli con se stessi è una gran fatica.
Facciamo paura alle persone. Facciamo paura perché ci teniamo sempre a debita distanza dal mondo, non ci apriamo mai, non ci concediamo mai, ma nel momento esatto in cui succede che decidiamo di farlo, di aprirci, le persone si spaventano.
Si spaventano per il troppo che abbiamo da dare. Credo sia così… – Un cuore che si protegge… – Sì, un cuore che si protegge da tanto tempo, ma non per questo spento. E di questo, almeno, sono certo. Lo sento.
Francesca Ekwuyasi (Giovedì 8 alle 19)
Francesca Ekwuyasi è una studentessa, narratrice e artista multidisciplinare originaria di Lagos, in Nigeria. Il suo lavoro ha esplorato temi di fede, famiglia, stranezza, consumo, solitudine e appartenenza. Il suo romanzo d'esordio, Il primo pensiero del mattino, è stato selezionato per il GillerPrize 2020, ed è stato finalista per Canada Reads 2021 della CBC, Lambda Literary Award 2021, GovernorGeneral's Award 2021, Amazon Canada First Novel Award 2021 e ReLit 2021 Premio. Il primo pensiero del mattino è stato recentemente selezionato per il DublinLiterary Award 2022. I suoi scritti sono stati pubblicati su Winter Tangerine Review, BrittlePaper, Transition Magazine, MalahatReview, Visual Art News, vol. 1 Brooklyn, rivista GUTS, The Puritan, Canadian Art e altrove. La sua storia ỌrunisHeaven è stata selezionata per il JourneyPrize 2019. Francesca ha realizzato diversi cortometraggi sperimentali, con proiezioni al Black Film Festival di Montreal, Halifax e Toronto; Durham Region International Film Festival (DRIFF); Notturno Halifax; e il Khyber Center for the Arts.
Il primo pensiero del mattino
Kambirinachi crede di essere un Ogbanje, ovvero uno spirito malvagio destinato a portare disgrazia e tormento nella propria famiglia. Le sue figlie, le gemelle Taiye e Kehinde, sono state separate da un evento traumatico, che nel tempo le ha rese due estranee: Kehinde ha trovato la sua strada come artista e si sta costruendo una famiglia, ma teme di non riuscire a essere una buona madre; Taiye è tormentata dal senso di colpa nei confronti della sorella, e dopo aver provato per anni a colmare questo vuoto con droghe e relazioni occasionali, sembra aver finalmente trovato conforto nell'amore per la cucina. Ora, dopo essere state lontane per più di dieci anni, le tre donne s'incontrano nella loro grande casa di Lagos, in Nigeria, costrette a confrontarsi e a riconciliarsi con le ferite del passato. Un meraviglioso romanzo d'esordio, una saga familiare dal respiro cosmopolita in cui il cibo funziona da collante naturale, mentre il tempo passato in cucina diventa un modo per descrivere le reticenze, i silenzi, ma anche l'amore.
Cucina
Ricette d'Africa è un collettivo di cuoche nato da un percorso di formazione rivolto a venti donne africane per sviluppare laboratori interculturali di cucina e innovative esperienze di ristorazione.
Durante il festival saranno proposti dalle donne del collettivo e da alcuni chef ospiti laboratori interculturali di cucina e nuove foodexperiences (animazioni sul cibo, degustazioni, momenti conviviali) valorizzando le loro competenze e l'incontro tra percorsi e storie dell'Africa Occidentale.
Mareme Cisse (laboratorio di giovedì 8 alle 17)
MaremeCisse è una chef diventata un personaggio noto al grande pubblico dopo aver vinto varie competizioni gastronomiche, tra cui un famoso cooking show. Arrivata in Sicilia dal Senegal ha iniziato preparando delizie senegalesi per l'aperitivo in un locale, quando è stata scoperta dal presidente della cooperativa sociale Alkharub di cui è entrata a far parte e, dopo poco, è diventata la cuoca e poi la manager del ristorante Ginger People&Food. Nel 2017 si è aggiudicata il premio per la ricetta più originale al Couscous Fest di San Vito Lo Capo. L'anno seguente ha vinto il Premio Bezzo, per una ristorazione sostenibile da un punto di vista ambientale, economico e sociale. Nel 2019 ha vinto il World Couscous Championship di San Vito Lo Capo, competizione mondiale in cui ha rappresentato il Senegal con il Couscous di Falilou, che è il nome di suo figlio. Nel 2020 ha vinto anche Cuochi d'Italia di Tv8 sbaragliando chef provenienti da tutto il mondo. MaremeCisse, oltre a dirigere il ristorante, tiene corsi di cucina ed è impegnata per l'inserimento lavorativo di donne e giovani rifugiati o in condizione di fragilità. Nei suoi piatti la tradizione senegalese si mescola con specialità siciliane in un gustoso e innovativo mix di culture e sapori. Lo spirito che anima il mio lavoro è la consapevolezza della necessità di costruire una società multiculturale, colorata e aperta verso il futuro.
Animazione interculturale
Laboratori ed esperienze culturali dedicati a bambine, bambini e adolescenti.
Anas Mghar: Art Lab – Serigrafia (laboratorio di giovedì 8 alle 16)
Anas Mghar,è un ricercatore in cooperazione internazionale e pratiche artistiche interculturali. I suoi interessi vertono su temi quali politica dell'immigrazione, sviluppo, partecipazione e conflitto, cambiamento politico e disuguaglianza, cooperazione internazionale e prospettive decoloniali, educazione e diritti del mercato del lavoro, geografia economico-politica, patrimonio mondiale e interculturale.
Lo scopo del laboratorio, rivolto agli adolescenti, è quello di riflettere, tramite lo strumento e il linguaggio della serigrafia, su temi socio-politici, con la finalità di creare un glossario personalizzato e condiviso: parole di emancipazione, diversità e inclusività.
Clown Idà: la fabbrica delle bolle (spettacolo di domenica 11 ore 12)
Clown Idà propone il suo spettacolo “La fabbrica delle bolle”
Uno spettacolo che unisce la magia delle bolle di mille forme e colori, a trucchi col fuoco e intrattenimento capace di strappare risate ad un pubblico da 0 a 101 anni. L'eleganza e la commedia distinguono questo meraviglioso spettacolo dove la poesia delle bolle crea una magica ed emozionante atmosfera. L'artista sorprenderà il pubblico attraverso esilaranti battute e incredibili trucchi.