
Il seminario di “Pittura Emozionale”, svoltosi, sabato 28 giugno, presso l'Osteria degli Artisti in Lungo Dora Siena, è stato un meraviglioso viaggio dentro l'Arte Terapia, diretto dalla pittrice Federica Petri, e in collaborazione con Gianluca Lanceri, dell'Associazione Culturale Legione Creativa. Un gruppo di artisti attenti ed appassionati hanno seguito il percorso formativo. Tre ore consecutive suddivise in due tempi, il primo si è svolto internamente alla struttura, mentre, il secondo all'aperto, seguendo la linea del percorso del fiume Dora e la splendida cornice della Basilica di Superga. Una prima introduzione alla pittura è stata spiegata partendo dalla tecnica “en plein air” (che richiama lo stile degli impressionisti che, Federica Petri ha personalizzato con una ricercata e consapevole emozione artistica). Imparare ad osservare, intuire, verificare e lasciarsi avvolgere e guidare dalle emozioni che, nascono dall'animo artistico.
La pittrice Federica Petri è stata la voce che ha guidato il percorso emozionale e creativo dei partecipanti, dando il giusto supporto per aiutare, ognuno di loro, ad esternare la propria emozione, attraverso l'estro artistico, sviluppato al momento, in questo interessante processo creativo. “Si partirà per un viaggio all'interno di sé stessi - dice Federica - è in questo senso che si può parlare di una vera e propria ricerca individuale, secondo la personale sensibilità dell'artista. La pittura non può essere, evidentemente, una descrizione della realtà allo stesso modo della fotografia, ma nemmeno semplicemente la descrizione di una fantasia o di un'idea – continua la pittrice - al contrario è un mezzo estremamente concreto, quantificabile, che dialoga con le parti più profonde dell'individuo, direttamente con la realtà circostante. Come ogni esperienza artistica si occupa della realtà, visibile e invisibile. Non la vuole spiegare, non ne vuole dare una definizione, solo vuole indicarne una possibile lettura, una fra tante”.
Una prima ora trascorsa al chiuso e con se stessi, adoperando i materiali più svariati, matite, acquarelli, olio e anche caffè. La scelta dei colori e il disegno che ne deriva, apre una piena sensibilità d'anima, dentro e fuori di ogni artista. “Il Colore, fin dai tempi più antichi è sinonimo di emozioni e sentimenti – spiega Federica Petri - la Metafisica del colore è il cammino che ci pone al di sopra della realtà materiale, che ci permette di osservare il sublime mondo del colore, attraverso gli occhi dei sentimenti e non della ragione, nel quale i colori sono totalmente liberi da ogni forma terrena”.
Il seminario ha aperto, per gli artisti presenti, gli occhi della mente per percepire un nuovo modo di osservare e poter verificare la metodologia dell'arte pittorica. Come dare senso e vita ad un disegno, un viaggio e un lungo percorso da affrontare e sviluppare, partecipando al almeno dieci sedute di arte terapia. Incontri che daranno la possibilità di attivare risorse che ogni persona possiede, perché insita nel proprio stato di conscio ed inconscio. Un intenso lavoro per elaborare il proprio vissuto, dandogli forma e trasmetterlo in modo creativo agli altri. Si tratta di un processo educativo-educere, “portare fuori” far emergere la consapevolezza ed una maggior conoscenza di sé, mediante la pratica espressiva, l'osservazione ed il confronto.
La seconda parte si è svolta all'aperto, lungo il marciapiede, dove sono stati allestite delle postazioni. “Disegnare all'aperto anche senza guardare ciò che ci circonda, ad occhi chiusi per sentire le voci, l'aria, i profumi e percepire ugualmente quello che abbiamo vicino a noi e all'orizzonte e trasferirlo sul foglio, una sensazione forte ed emotiva che completa il momento artistico” ha affermato Giovanni, che ha vissuto la bella esperienza.
“Ricordando le tecniche impressioniste e, trovarsi a dipingere all'aperto, o comunque nella luce naturale, dipendendo dalle variazioni luminose a volte impercettibili, sembra escludere qualsiasi punto di riferimento – aggiunge Federica Petri - tuttavia proprio questa difficoltà apre la strada alla pittura propriamente detta, sia dal lato della tecnica, sia dal lato dell'ispirazione che viene dal motivo”
Questo percorso che sta sperimentando Federica Petri si può fare sia individuale che di gruppo. L'utilità di questo seminario e l'importanza della lezione creativa, porta Federica Petri a pensare alla fantasia dei bambini ed a proporre l'idea nelle scuole, come percorso formativo per insegnare l'importanza della comunicazione artistica, lo sviluppo della creatività ed imparare ad apprendere, fin da giovani, come trovare l'aiuto interiore anche per lo studio, la fiducia in sé stessi e la comunicazione di gruppo.
Per conoscere la pittrice Federica Petri.
La predisposizione è verso la figura umana, il contesto in cui opera. Tutto
ciò che lo riguarda a livello psicologico. L'uomo l'affascina, interamente nella sua psicologia, nelle sue diversità e complessità. Per questo viene definita l'artista “mentale”.
Le diversità la vede come contrapposizione che crea. Ying e yang,…bianco e nero. Luce e ombra. Vi sono due aspetti della realtà che indaga, due livelli di comunicazione. Il verbale e il simbolico. E' rimasta affascinata leggendo Lev Tolstoj, Anna Karenina , dove “Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d'ombra e di luce”. La luce e l'ombra sono due facce della stessa medaglia. E' sempre stata una scrutatrice delle cose, molto osservatrice. Attenta ma veloce nelle associazioni. Questo l'aiuta molto nella ricerca, nel proseguire la sua indagine artistica. Per disegnare qualsiasi cosa bisogna, innanzi tutto osservarla. Se ci dicesse di disegnare un oggetto a voi sconosciuto restereste con la matita in mano e non fareste nemmeno un piccolo disegno. Quindi, per disegnare un oggetto bisogna conoscerlo e per conoscerlo, osservarlo. Ma osservarlo in ogni suo aspetto. Da qui l'associazione che danno come, “artista mentale”. Non fermarsi all'apparenza di uno sguardo. Indagarlo nella sua forma esterna ed interna. Nella luce e nell'oscurità. Per questo le sue opere hanno sempre un significato criptico, nascosto agli occhi di un disattento osservatore. Chi cerca trova. In realtà, indipendentemente dal disegno, noi osserviamo gli oggetti tutti i giorni. La nostra mente memorizza le immagini ed associa un nome, ed altre caratteristiche, all'immagine. Cioè la nostra mente, ogni volta che osserviamo un oggetto, effettua un processo di riconoscimento di quell'oggetto. Rimanendo così fermi ad un livello superficiale. Non cogliendone gli aspetti più profondi. Infatti, se osserviamo un oggetto con poca luce, o in lontananza, il processo di riconoscimento rallenta. Può essere anche capitato di osservare un oggetto e di non riuscire ad identificarlo, poi dopo un poco, sforzandovi di osservarlo meglio: ah! è una barca! In quel momento la nostra mente ha cercato di associare all'oggetto in osservazione una delle infinite immagini memorizzate nel nostro cervello. Per farlo bisogna soffermarsi, indagare. A volte capita di sbagliare nel riconoscere un oggetto. L'argomento è molto complesso. Questo accade infinite volte con noi stessi e con la realtà che ci circonda. Accade nei rapporti con “l'altro”, in questo caso abbiamo la sensazione di aver visto realmente l'oggetto sbagliato. Questo avviene perché una volta identificato l'oggetto diamo per scontato che esso sia presente d'avanti a noi. e proiettiamo come un'ombra una parte di noi stessi. Infatti la nostra mente indipendentemente dalla qualità e quantità della visione, una volta giunto al riconoscimento, fornisce un'immagine. Federica Petri, continuerà questa ricerca, andando nella direzione delle opposizioni. come nel Tao. Per capire un immagine si può partire anche dal suo opposto per questo usa il nero (colore che utilizza maggiormente) perché vuole comprendere e modellare l'opposto, il bianco. Allo stesso modo sta elaborando una teoria delle ombre. Ma potrete capirlo meglio a ottobre durante una collettiva in collaborazione con la galleria di Torino Spazio 100 in V. Oropa (http://www.spazio100.it/)
www.federicapetri.com
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