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20/05/2013Comune di Vogogna
 
E' andato avanti stanotte, all'età di 85, Franco Manera, Sindaco di Vogogna dal 1964 al 1979
 
COMUNICATO STAMPA IN MEMORIA DELL'EX SINDACO DI VOGOGNA FRANCO MANERA
 
 
E' andato avanti stanotte, all'età di 85, Franco Manera, Sindaco di Vogogna dal 1964 al 1979. Per quelli
della mia generazione, a cavallo tra gli anni '60 e '70, Franco era semplicemente “il Sindaco”, e pensare di
essere chiamato a ricordarlo e commemorarlo oggi in qualità di suo successore è un pensiero che al tempo
stesso commuove e induce alla riflessione.
Franco Manera è stato, senza ombra di dubbio, uno dei protagonisti della vita politico-amministrativa
ossolana per almeno un ventennio.
La sua elezione a primo cittadino, con le elezioni amministrative del novembre 1964, coincise con il primo
significativo salto generazionale nella vita politica vogognese dall'avvento democratico e repubblicano. Con
Franco Manera installatosi al Pretorio (sede allora del municipio vogognese) si realizzavano infatti due fatti
politici inediti: la prima vittoria della lista della Democrazia Cristiana nella storia vogognese, e
l'archiviazione di quella generazione post-bellica che aveva vissuto intensamente gli anni della guerra e
della Resistenza e che dai banchi della maggioranza (con i sindaci Piero Angelo Borghi, Orlando Corani e
Valentino Blardone) e dall'opposizione (con i consiglieri Primo e Francesco Zoppis e Aronne Manera)
avevano guidato i primi processi amministrativi della Vogogna democratica.
Franco Manera portò in municipio una giovane generazione, e con un piglio determinato guidò un
quindicennio nel quale Vogogna andava chiedendo, a causa anche della trasformazione della propria base
sociale a seguito della grande immigrazione dal Mezzogiorno figlia dell'allora robusta vocazione industriale
ossolana, nuove prestazioni in termini di servizi e infrastrutture.
I suoi anni furono caratterizzati da un impegno diretto e inteso su questi versanti. Il conseguimento della
nuova scuola media, dapprima come sezione staccata della media di Villadossola e poi come sezione
autonoma. L'avvio del progetto della nuova scuola di San Rocco, che vedrà la sua realizzazione concreta
solo decenni più tardi. Le creazione delle nuove strade per le Colorie, per Genestredo, per Capraga. Il
trasferimento della sede municipale dal Pretorio alla nuova struttura realizzata in via Nazionale. I nuovi
bacini per l'acquedotto di Campalbino e Genestredo, con la rete acquedottistica per la frazione costruita
insieme con tutti i frazionisti volontari.
Da sindaco, Franco si ritrovò a gestire tre eventi che ne avrebbero profondamente minato in fondo la sua
passione e il suo slancio. Il crollo del campanile e della Chiesa vecchia del 1° ottobre 1975, vicenda nella
quale si trovò angosciosamente stretto tra la contraddizione di uno Stato che da un lato (con il Genio Civile
di Novara e la Sovrintendenza ai Beni Artistici del Piemonte) impediva ogni intervento in nome del
“notevole interesse storico”, e dall'altro (con il Ministero dei Beni culturali) che non concedeva fondi per la
messa in sicurezza e il restauro. Stretto tra questo assurdo rimpallo, senza nessun potere né competenza
diretta e lasciato di fatto solo dagli organi preposti, Franco emise un'ordinanza-sfida tesa alla demolizione
della struttura, per richiamare le autorità preposte alla loro responsabilità, e di lì a pochi giorni la struttura
crollò, ad emblema di quanti danni possano fare la burocrazia e l'ottusità . Una decisione, quella del
sindaco Manera, che don Angelo Airoldi, nel suo libro “Storia di Vogogna”, definirà “una pagina di coraggio
nel contesto storico di questa inqualificabile vicenda, una autentica e dignitosa lezione civile e morale
contro i giri viziosi delle carte e delle demagogiche imposizioni”.
E poi le due drammatiche alluvioni, quella dell'ottobre 1977 e quella dell'agosto 1978, con il crollo della
passerella Vogogna-Pieve Vergonte, del ponte ferroviario, con tutto il rione Calami allagato ed evacuato, e
mezzo paese dissestato e il Toce esondato fino a Dresio e a San Carlo.
Franco Manera visse quei momenti come sempre mettendosi di fronte, assumendosi tutte le proprie
responsabilità e anche quelle di altri, con uno di slancio di passione e generosità che gli era proprio (come
in occasione del terremoto del Friuli del maggio '76 nel quale si precipitò come volontario nel gruppo degli
Alpini ossolani) e che gli faceva perdonare un carattere non proprio semplicissimo.
Furono probabilmente le fatiche e le tensioni di quegli anni che lo spinsero, insieme con impegni
professionali che lo avevano portato a lavorare anche in Sud America), a rassegnare le dimissioni da sindaco
nel 1979 dopo quindici anni di sindacatura e ad uscire dalla politica attiva con le elezioni amministrative del
giugno 1980.
Politicamente, il suo impegno fu sempre all'interno delle file della Democrazia Cristiana, su posizioni molto
vicine a quelle del cattolicesimo sociale di Donat Cattin in stretta consonanza con l'esperienza politica del
senatore Fausto Del Ponte. In questo impegno, venne anche candidato alle elezioni regionali del 1970,
raccogliendo nella zona un consenso molto elevato, circostanza che gli consentiva anche personali
affermazioni alle elezioni amministrative in grado di “trascinare” l'intera lista democristiana nonostante
una prevalenza di voto politico a sinistra. Significativa l'affermazione alle amministrative del 1975, che lo
vedeva opposto alla lista unitaria Pci-Psi, e che fece titolare ai giornali dell'epoca “Vogogna isola bianca nel
mare rosso dell'Ossola”.
Se ne è andato certamente un grande protagonista della Vogogna del Novecento. Un amministratore
onesto e sincero, che seppe guidare il paese in un momento di grande trasformazione e di crescita e in una
fase di cambiamenti sociali e storici. Di lui, ciascuno di noi sono convinto che conserverà tante istantanee di
incontri, dialoghi ed esperienze, vissuti con lui sia nelle varie situazioni pubbliche che nel suo “buen ritiro”
di Genestredo, dove amava passare le giornate.
Credo che ognuno di noi, da questa esperienza, possa sottoscrivere la descrizione che don Angelo Airoldi
fece del suo operato amministrativo, e trarre le conclusioni che Franco Manera è stato certamente un
Vogognese e un amministratore coraggioso e dignitoso, il cui operato è una lezione civile e morale per i
Vogognesi di oggi e quelli di domani. E il cui passaggio fra noi è stato profondo, per la quantità delle opere
fatte e per l'intensità etica con la quale sono state fatte.
Per tutto questo, grazie Franco. E ciao.
 

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