Nasce a Torino il museo dello sport primo in Italia come esposizione permanente e unico in uno Stadio.
E' il coronamento del sogno di Onorato Arisi da tanti anni collezionista di cimeli di tutte le discipline sportive e di “memorabilia” nel settore sport, che già aveva creato a Milano il museo di Inter e Milan a San Siro.
La maglia iridata di Beppe Saronni, le 13 medaglie olimpiche di Edoardo Mangiarotti, la bicicletta di Fausto Coppi, le maglie di calcio del Grande Torino e della Nazionale di Valentino Mazzola, il casco di Ayrton Senna, la coppa del mondo di Pierino Gros, la maglia numero 10 del Napoli autografata da Diego Armando Maradona, i guantoni autografati di Mohammed Alì, la Ferrari di Alberto Ascari, la tuta da moto di Marco Simoncelli, la canottiera di Livio Berruti medaglia d'oro nei 200 metri piani alle Olimpiadi di Roma del 1960, la slitta di Ambrogio Fogar, la maglia rosa di Marco Pantani e molto altro ancora.
Un grande patrimonio che dal 12 novembre 2012 è visibile sotto la storica “curva Maratona” dello Stadio Olimpico di Torino dove è stato ricavato un percorso espositivo che racconta il meglio dello sport in cinque sale poste su due piani, per 800 metri quadrati complessivi.
Parte rappresenta la collezione privata di Arisi (una selezione dei 300 mila pezzi in suo possesso) e parte è materiale dato in prestito da campioni dello sport che il giorno dell'inaugurazione erano presenti a Torino.
Da Livio Berruti a Gianni Motta, da Giuseppe Bergomi a Italo Zilioli, da Franco Balmamion al nipote di Vittorio Pozzo, da Stefania Belmondo alla moglie di Michele Alboreto, dalle sorelle di Ambrogio Fogar, a Piero Gros, dalla figlia di Duilio Loy a Mauro Berruto (allenatore della nazionale di Pallavolo), da Giorgio Cagnotto a Giuseppe Porzio (campione di pallanuoto), dalla figlia di Edoardo Mangiarotti a Ico Migliore (Hokey su ghiacio) al figlio di Sandro Lopopolo e molti altri hanno contribuito ad arricchire la collezione museale.
Afferma Arisi: “Ho realizzato il mio sogno: creare una casa per i campioni, regalare a chi mi ha fatto battere il cuore con un'impresa sportiva un luogo ove coltivare la memoria".
Una grande storia dello sport in cui sono rappresentati complessivamente 200 atleti, che hanno conquistato cinquanta medaglie olimpiche, oltre cento titoli mondiali ed europei e migliaia di titoli italiani. La colonna sonora del museo è trasmessa da un grande juke box che contiene 106 brani: gli inni delle squadre di calcio, ma anche pezzi pop e rock cantati dai vari Pelè, Cruijff, Maradona, Beckenbauer, Paolo Rossi, Merckx e altri.
Per Arisi questo museo è il punto di arrivo di una lunga e travagliata storia. Dopo il diniego della città di Milano a realizzare il museo è intervenuto il Comune di Torino che senza spendere un euro ha reso possibile la realizzazione dell'opera.
A parte l'importanza del museo per Torino, che ha ottenuto proprio in questi giorni il riconoscimento di Capitale Europea dello sport per il 2015, si tratta di un affare anche dal punto di vista economico. Il Comune infatti incassa l'affitto per i locali e una percentuale sui biglietti staccati... più di così.
Non poteva mancare un omaggio alla squadra del Torino che allo stadio Olimpico è di casa. Questo museo sarà aperto 7 giorni su 7, dalle 10 alle 18 tranne nei giorni in cui il Torino gioca in casa.
Il museo dimostra che lo sport è un fatto culturale, di educazione e di civiltà e il messaggio che lancia ai visitatori, specie alle scolaresche attese in visita numerose, è: “Vietato calpestare i sogni”.
Pierluigi Capra
(nella foto Onorato Arisi)